PATRIARCATO e PARITA'
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Venerdì scorso 13 maggio ho partecipato a un incontro pubblico con i candidati e le candidate alla responsabilità di sindaco/a per la mia città, che è Pinerolo. Il tema era “la cultura”, e l’incontro era stato chiesto dalle associazioni culturali. Moderava l’incontro il direttore del settimanale cattolico “Vita diocesana”, perché la sede era il salone “Pacem in terris” del museo diocesano.
Uomini in Cammino è un gruppo di autocoscienza, non un’associazione culturale: quindi giustamente non eravamo stati invitati a partecipare all’incontro preparatorio, dove sono state formulate le domande da porre ai candidati e alle candidate, otto complessivamente.
Durante tutto l’incontro si è parlato di cavalleria, biblioteca, musica, musei e tutto quanto fa cultura: da valorizzare anche (soprattutto?) in chiave turistica.
Il pubblico presente è stato invitato a porre domande utilizzando un apposito formulario e, pur essendo già molto tardi, ne ho approfittato e ho chiesto loro: “Cosa pensate della cultura patriarcale? Credete che ce ne dobbiamo liberare?”. Mi sembrava – e mi sembra ancora – assolutamente coerente con il tema della serata.
Ma era tardi e il moderatore ha letto velocemente le due o tre domande presentate, poi ha aggiunto: “C’è anche una domanda un po’ particolare, che però esula dal pinerolese...” e ha letto la mia, in modo anche confuso. Ovviamente nessun/a candidato/a ha accennato a una risposta, e la serata si è chiusa.
Io penso che quell’ “esula dal pinerolese” volesse significare che è una questione globale, non territoriale... ma proprio per questo sono convinto che riguardi ciascuno e ciascuna di noi, abitanti del mondo globale. Non “esula”, ci interpella. A Pinerolo la cultura patriarcale è abbondantemente radicata e prenderne consapevolezza aiuterebbe sindaci e sindache, giunta e consiglio comunali, a fare di più per sostenere la qualità delle relazioni in città, a non delegare il “tema” all’assessora e alla commissione alle Pari Opportunità, ma a riflettere e a coinvolgersi ognuno e ognuna a partire da sé.
Anche il Vescovo ha accolto tempo fa l’invito a incontrare il nostro gruppo: abbiamo parlato del documento firmato l’anno scorso dalle Chiese Cristiane con la presidente della Camera in occasione dell’8 marzo, abbiamo parlato di maschilismo e patriarcato nella chiesa e nella società... Non credo proprio che questo tema “culturale” esuli dal Pinerolese.
Per cui lo rilancio: questa lettera cercherò di farla arrivare ai candidati e alle candidate, e resterò in attesa di risposte. Almeno di un minimo impegno a capire di cosa parliamo con la dicitura “cultura patriarcale”. Se vogliono il mio voto...
RISPOSTA di Piera BESSONE
Personalmente ritengo la cultura patriarcale un retaggio del passato, da sradicare dalle nostre famiglie, dalle nostre menti. Un rapporto deve essere paritario, non subordinato. Deve essere improntato all’amore e non alla violenza. La nostra Lista Civica è composta di 12 donne (13 con me) e 12 uomini. Sono piccole cose ma che diventano importanti se le alternative sono lontanissime dal prendere il nostro esempio. Se diventassi Sindaca cercherò di fare quanto è possibile per cambiare l'Amministrazione della città anche e soprattutto in senso paritario. Pinerolo o è per tutti o perde un'altra buona occasione per diventarlo.
Vi saluto.
Venerdì scorso 13 maggio ho partecipato a un incontro pubblico con i candidati e le candidate alla responsabilità di sindaco/a per la mia città, che è Pinerolo. Il tema era “la cultura”, e l’incontro era stato chiesto dalle associazioni culturali. Moderava l’incontro il direttore del settimanale cattolico “Vita diocesana”, perché la sede era il salone “Pacem in terris” del museo diocesano.
Uomini in Cammino è un gruppo di autocoscienza, non un’associazione culturale: quindi giustamente non eravamo stati invitati a partecipare all’incontro preparatorio, dove sono state formulate le domande da porre ai candidati e alle candidate, otto complessivamente.
Durante tutto l’incontro si è parlato di cavalleria, biblioteca, musica, musei e tutto quanto fa cultura: da valorizzare anche (soprattutto?) in chiave turistica.
Il pubblico presente è stato invitato a porre domande utilizzando un apposito formulario e, pur essendo già molto tardi, ne ho approfittato e ho chiesto loro: “Cosa pensate della cultura patriarcale? Credete che ce ne dobbiamo liberare?”. Mi sembrava – e mi sembra ancora – assolutamente coerente con il tema della serata.
Ma era tardi e il moderatore ha letto velocemente le due o tre domande presentate, poi ha aggiunto: “C’è anche una domanda un po’ particolare, che però esula dal pinerolese...” e ha letto la mia, in modo anche confuso. Ovviamente nessun/a candidato/a ha accennato a una risposta, e la serata si è chiusa.
Io penso che quell’ “esula dal pinerolese” volesse significare che è una questione globale, non territoriale... ma proprio per questo sono convinto che riguardi ciascuno e ciascuna di noi, abitanti del mondo globale. Non “esula”, ci interpella. A Pinerolo la cultura patriarcale è abbondantemente radicata e prenderne consapevolezza aiuterebbe sindaci e sindache, giunta e consiglio comunali, a fare di più per sostenere la qualità delle relazioni in città, a non delegare il “tema” all’assessora e alla commissione alle Pari Opportunità, ma a riflettere e a coinvolgersi ognuno e ognuna a partire da sé.
Anche il Vescovo ha accolto tempo fa l’invito a incontrare il nostro gruppo: abbiamo parlato del documento firmato l’anno scorso dalle Chiese Cristiane con la presidente della Camera in occasione dell’8 marzo, abbiamo parlato di maschilismo e patriarcato nella chiesa e nella società... Non credo proprio che questo tema “culturale” esuli dal Pinerolese.
Per cui lo rilancio: questa lettera cercherò di farla arrivare ai candidati e alle candidate, e resterò in attesa di risposte. Almeno di un minimo impegno a capire di cosa parliamo con la dicitura “cultura patriarcale”. Se vogliono il mio voto...
RISPOSTA di Piera BESSONE
Personalmente ritengo la cultura patriarcale un retaggio del passato, da sradicare dalle nostre famiglie, dalle nostre menti. Un rapporto deve essere paritario, non subordinato. Deve essere improntato all’amore e non alla violenza. La nostra Lista Civica è composta di 12 donne (13 con me) e 12 uomini. Sono piccole cose ma che diventano importanti se le alternative sono lontanissime dal prendere il nostro esempio. Se diventassi Sindaca cercherò di fare quanto è possibile per cambiare l'Amministrazione della città anche e soprattutto in senso paritario. Pinerolo o è per tutti o perde un'altra buona occasione per diventarlo.
Vi saluto.
Cari amici
Anche quest’anno, per la terza volta, volontari, cuochi, ristoratori, amici, sostenitori di Emergency e appassionati di cucina tornano a tavola per una buona causa: è l’iniziativa “100 cene per Emergency”.
Per tutto il mese di marzo, i volontari di Emergency organizzano cene, aperitivi, pasti conviviali, brunch... a cui sono invitati tutti coloro che vogliono contribuire al lavoro dell’associazione. Una parte della quota di partecipazione sarà devoluta a sostegno del Programma Italia: un modo originale per coniugare il piacere della buona tavola e la possibilità di sostenere un progetto umanitario di Emergency.
L’elenco completo delle cene disponibili in tutta Italia, in continuo aggiornamento, è disponibile sul sito di Emergency all’indirizzo: http://www.emergency.it/100cene.html.
A Pinerolo abbiamo preparato per voi due appuntamenti:
Venerdì 18 marzo, ore 20, allo "Stranamore" (locandina allegata)
Via Bignone 89, Pinerolo
Cena alla carta, 2 euro per Emergency
Info e prenotazioni: 320 496 1983
Venerdì 25 marzo, al "Plan-B"
Via Nazionale 90, Porte
Apericena (dettagli in arrivo!)
Posso organizzare una cena?
Chi lo desidera può partecipare anche organizzando direttamente una cena di raccolta fondi a casa propria attraverso il sito Gnammo, partner di Emergency in questa iniziativa: basta iscriversi su https://gnammo.com/100ceneconemergency2016.
L’iniziativa, tra le più diffuse a tema foodraising – ovvero di raccolta fondi intorno a una tavola imbandita – ha visto nelle sue prime edizioni la partecipazione di oltre 10.000 persone a più di 250 iniziative gastronomiche.
IL PROGRAMMA ITALIA DI EMERGENCY
I fondi raccolti andranno a sostegno del Programma Italia di Emergency, che dal 2006 offre cure e orientamento-socio sanitario a chi ne ha bisogno nel nostro paese attraverso Ambulatori, Poliambulatori e ambulatori mobili.
Nonostante sia un diritto riconosciuto, infatti, anche in Italia il diritto alla cura è spesso un diritto disatteso: migranti, stranieri, poveri spesso non hanno accesso alle cure di cui hanno bisogno per scarsa conoscenza dei propri diritti, difficoltà linguistiche, incapacità a muoversi all'interno di un sistema sanitario complesso.
In Italia, Emergency ha finora offerto oltre 210.000 prestazioni.
Per maggiori informazioni sul Programma Italia di Emergency: http://www.emergency.it/italia/index.html
Ciao, grazie, ti aspettiamo!
Gruppo Emergency di Pinerolo
Anche quest’anno, per la terza volta, volontari, cuochi, ristoratori, amici, sostenitori di Emergency e appassionati di cucina tornano a tavola per una buona causa: è l’iniziativa “100 cene per Emergency”.
Per tutto il mese di marzo, i volontari di Emergency organizzano cene, aperitivi, pasti conviviali, brunch... a cui sono invitati tutti coloro che vogliono contribuire al lavoro dell’associazione. Una parte della quota di partecipazione sarà devoluta a sostegno del Programma Italia: un modo originale per coniugare il piacere della buona tavola e la possibilità di sostenere un progetto umanitario di Emergency.
L’elenco completo delle cene disponibili in tutta Italia, in continuo aggiornamento, è disponibile sul sito di Emergency all’indirizzo: http://www.emergency.it/100cene.html.
A Pinerolo abbiamo preparato per voi due appuntamenti:
Venerdì 18 marzo, ore 20, allo "Stranamore" (locandina allegata)
Via Bignone 89, Pinerolo
Cena alla carta, 2 euro per Emergency
Info e prenotazioni: 320 496 1983
Venerdì 25 marzo, al "Plan-B"
Via Nazionale 90, Porte
Apericena (dettagli in arrivo!)
Posso organizzare una cena?
Chi lo desidera può partecipare anche organizzando direttamente una cena di raccolta fondi a casa propria attraverso il sito Gnammo, partner di Emergency in questa iniziativa: basta iscriversi su https://gnammo.com/100ceneconemergency2016.
L’iniziativa, tra le più diffuse a tema foodraising – ovvero di raccolta fondi intorno a una tavola imbandita – ha visto nelle sue prime edizioni la partecipazione di oltre 10.000 persone a più di 250 iniziative gastronomiche.
IL PROGRAMMA ITALIA DI EMERGENCY
I fondi raccolti andranno a sostegno del Programma Italia di Emergency, che dal 2006 offre cure e orientamento-socio sanitario a chi ne ha bisogno nel nostro paese attraverso Ambulatori, Poliambulatori e ambulatori mobili.
Nonostante sia un diritto riconosciuto, infatti, anche in Italia il diritto alla cura è spesso un diritto disatteso: migranti, stranieri, poveri spesso non hanno accesso alle cure di cui hanno bisogno per scarsa conoscenza dei propri diritti, difficoltà linguistiche, incapacità a muoversi all'interno di un sistema sanitario complesso.
In Italia, Emergency ha finora offerto oltre 210.000 prestazioni.
Per maggiori informazioni sul Programma Italia di Emergency: http://www.emergency.it/italia/index.html
Ciao, grazie, ti aspettiamo!
Gruppo Emergency di Pinerolo
Il Paese dove puoi uccidere le donne
Saba ha osato sposare l’uomo che amava. Per questo suo padre le ha sparato in testa, ma non andrà in prigione grazie alla legge pakistana del “delitto d’onore”. Ma Saba è sopravvissuta e ora la sua storia è un documentario candidato agli Oscar. Con la premiazione tra 3 giorni, possiamo spingere il Primo Ministro pakistano che è già in difficoltà a cambiare quella legge. Firma ora e condividi con tutti:
firma ora
Care amiche e cari amici in tutto il mondo,
Saba è una donna pakistana che ha osato sposare l’uomo che amava. Per questo, suo padre le ha sparato in testa e l’ha gettata in un fiume. E poi ha continuato la sua vita come se niente fosse, protetto dalla legge che permette i cosiddetti "delitti d’onore”. Ma Saba è sopravvissuta ed è diventata un simbolo di speranza. E tra 3 giorni avremo l’occasione per aiutarla.
Perché la sua storia è diventata un documentario che sta commuovendo il mondo e domenica correrà agli Oscar. In difficoltà, il Primo Ministro pakistano ha promesso che fermerà questi crimini e pare che abbia incaricato sua figlia, un’attivista per i diritti umani, di lavorare a una modifica della legge proprio in questi giorni. Ma secondo gli esperti del paese, senza una mobilitazione internazionale proprio in occasione degli Oscar non si riuscirà a superare l’opposizione in Parlamento.
Raccogliamo al più presto un milione di firme a sostegno di questa riforma di legge, prima della notte degli Oscar di domenica, per fare in modo che la storia di Saba abbia l’attenzione di tutto il mondo, e poi le consegneremo direttamente al Primo Ministro. Firma ora e condividi con tutti, non perdiamo questa occasione unica:
https://secure.avaaz.org/it/pakistan_end_honour_killing_loc/?biUpweb&v=73269&cl=9531985922
Nel mondo i delitti "d’onore” uccidono ancora una donna ogni 90 minuti. In Pakistan la legge del 2004 che doveva abolirli non funziona perché c’è una assurda scappatoia: se una donna ha causato “vergogna” alla sua famiglia rifiutando un matrimonio combinato, riservando attenzioni alla persona sbagliata o anche venendo stuprata, può essere uccisa legalmente se la sua famiglia “perdona” l’assassino. Questi crimini non c’entrano niente con l’onore, nè con nobili tradizioni, sono solo la conseguenza di una società che considera le donne come degli oggetti.
Già in passato è stata presentata una proposta di legge per eliminare la scappatoia legale del perdono ma nessuno nel partito di governo l’ha sostenuta con forza. Ora il Primo Ministro, che non si era mai speso su questo tema, ha pubblicamente promesso riforme legali per fermare questi crimini. Ma Saba e tutte le donne pakistane avranno bisogno di tutto il sostegno internazionale possibile per contrastare le enormi resistenze interne e conservatrici e cambiare il sistema.
Abbiamo 3 giorni per far sentire al parlamento Pakistano tutto il peso dell’attenzione mediatica internazionale. Facciamo sì che i protagonisti alla notte degli Oscar siano Saba e la richiesta di togliere l’impunità per i delitti d’onore. Consegneremo le nostre firme direttamente al Primo Ministro e a sua figlia, firma ora e condividi ovunque:
https://secure.avaaz.org/it/pakistan_end_honour_killing_loc/?biUpweb&v=73269&cl=9531985922
Davvero ce la possiamo fare. Quando la 15enne Malala fu assalita dai Talebani per il suo sogno di un’istruzione per tutti, il mondo si indignò. E dopo che la nostra comunità raccolse un milione di firme e le consegnò direttamente al Presidente pakistano, egli lanciò un piano di sostegno all’istruzione per 3 milioni di bambini. Questo è quello che succede quando agiamo uniti! Diamo ora la nostra forza alle coraggiose donne pakistane e aiutiamole a scrivere nuove leggi che le tutelino, società che rispettino la loro dignità e comunità che sostengano la loro libertà di decidere per sé stesse.
Con speranza e determinazione,
Nell, Alaphia, Ari, Dalia, Ricken, Luis, Ben e tutto il team di Avaaz
MAGGIORI INFORMAZIONI
Il Pakistan e il film-denuncia - Il premier: «Basta delitti d’onore» (Corriere della Sera)
http://www.corriere.it/esteri/16_febbraio_23/pakistan-contro-delitto-onore-premier-il-film-denuncia-nawaz-sharif-sharmeen-obaid-chinoy-a-girl-in-the-river-a983837c-da07-11e5-84e2-5233d26d29b4.shtml
Storie di donne coraggiose in Pakistan (Rainews)
http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Storie-di-donne-coraggiose-in-Pakistan-60432ffd-3fdb-4c90-91ec-2e30c0ce9729.html
Pakistan, sposa un uomo contro il volere della famiglia, il padre le spara alla testa (Il Messaggero)
http://spettacoliecultura.ilmessaggero.it/cinema/oakista_delitto_onore_saba_candidata_oscar-1519679.html
Pakistan: delitto d'onore, genitori confessano decapitazione coppia (ADNKronos)
http://www.adnkronos.com/aki-it/sicurezza/2014/06/30/pakistan-delitto-onore-genitori-confessano-decapitazione-coppia_n4IpHbnaezUw8XCV5MQ5gP.html?refresh_ce
firma ora
Care amiche e cari amici in tutto il mondo,
Saba è una donna pakistana che ha osato sposare l’uomo che amava. Per questo, suo padre le ha sparato in testa e l’ha gettata in un fiume. E poi ha continuato la sua vita come se niente fosse, protetto dalla legge che permette i cosiddetti "delitti d’onore”. Ma Saba è sopravvissuta ed è diventata un simbolo di speranza. E tra 3 giorni avremo l’occasione per aiutarla.
Perché la sua storia è diventata un documentario che sta commuovendo il mondo e domenica correrà agli Oscar. In difficoltà, il Primo Ministro pakistano ha promesso che fermerà questi crimini e pare che abbia incaricato sua figlia, un’attivista per i diritti umani, di lavorare a una modifica della legge proprio in questi giorni. Ma secondo gli esperti del paese, senza una mobilitazione internazionale proprio in occasione degli Oscar non si riuscirà a superare l’opposizione in Parlamento.
Raccogliamo al più presto un milione di firme a sostegno di questa riforma di legge, prima della notte degli Oscar di domenica, per fare in modo che la storia di Saba abbia l’attenzione di tutto il mondo, e poi le consegneremo direttamente al Primo Ministro. Firma ora e condividi con tutti, non perdiamo questa occasione unica:
https://secure.avaaz.org/it/pakistan_end_honour_killing_loc/?biUpweb&v=73269&cl=9531985922
Nel mondo i delitti "d’onore” uccidono ancora una donna ogni 90 minuti. In Pakistan la legge del 2004 che doveva abolirli non funziona perché c’è una assurda scappatoia: se una donna ha causato “vergogna” alla sua famiglia rifiutando un matrimonio combinato, riservando attenzioni alla persona sbagliata o anche venendo stuprata, può essere uccisa legalmente se la sua famiglia “perdona” l’assassino. Questi crimini non c’entrano niente con l’onore, nè con nobili tradizioni, sono solo la conseguenza di una società che considera le donne come degli oggetti.
Già in passato è stata presentata una proposta di legge per eliminare la scappatoia legale del perdono ma nessuno nel partito di governo l’ha sostenuta con forza. Ora il Primo Ministro, che non si era mai speso su questo tema, ha pubblicamente promesso riforme legali per fermare questi crimini. Ma Saba e tutte le donne pakistane avranno bisogno di tutto il sostegno internazionale possibile per contrastare le enormi resistenze interne e conservatrici e cambiare il sistema.
Abbiamo 3 giorni per far sentire al parlamento Pakistano tutto il peso dell’attenzione mediatica internazionale. Facciamo sì che i protagonisti alla notte degli Oscar siano Saba e la richiesta di togliere l’impunità per i delitti d’onore. Consegneremo le nostre firme direttamente al Primo Ministro e a sua figlia, firma ora e condividi ovunque:
https://secure.avaaz.org/it/pakistan_end_honour_killing_loc/?biUpweb&v=73269&cl=9531985922
Davvero ce la possiamo fare. Quando la 15enne Malala fu assalita dai Talebani per il suo sogno di un’istruzione per tutti, il mondo si indignò. E dopo che la nostra comunità raccolse un milione di firme e le consegnò direttamente al Presidente pakistano, egli lanciò un piano di sostegno all’istruzione per 3 milioni di bambini. Questo è quello che succede quando agiamo uniti! Diamo ora la nostra forza alle coraggiose donne pakistane e aiutiamole a scrivere nuove leggi che le tutelino, società che rispettino la loro dignità e comunità che sostengano la loro libertà di decidere per sé stesse.
Con speranza e determinazione,
Nell, Alaphia, Ari, Dalia, Ricken, Luis, Ben e tutto il team di Avaaz
MAGGIORI INFORMAZIONI
Il Pakistan e il film-denuncia - Il premier: «Basta delitti d’onore» (Corriere della Sera)
http://www.corriere.it/esteri/16_febbraio_23/pakistan-contro-delitto-onore-premier-il-film-denuncia-nawaz-sharif-sharmeen-obaid-chinoy-a-girl-in-the-river-a983837c-da07-11e5-84e2-5233d26d29b4.shtml
Storie di donne coraggiose in Pakistan (Rainews)
http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Storie-di-donne-coraggiose-in-Pakistan-60432ffd-3fdb-4c90-91ec-2e30c0ce9729.html
Pakistan, sposa un uomo contro il volere della famiglia, il padre le spara alla testa (Il Messaggero)
http://spettacoliecultura.ilmessaggero.it/cinema/oakista_delitto_onore_saba_candidata_oscar-1519679.html
Pakistan: delitto d'onore, genitori confessano decapitazione coppia (ADNKronos)
http://www.adnkronos.com/aki-it/sicurezza/2014/06/30/pakistan-delitto-onore-genitori-confessano-decapitazione-coppia_n4IpHbnaezUw8XCV5MQ5gP.html?refresh_ce
Europa: il nuovo che avanza
Ci sono corsi e ricorsi storici singolari. Dettagli e particolari solo in apparenza insignificanti che sembrano far parte di un meccanismo più grande ed incredibile. Oggi vi proponiamo due di queste circostanze ambigue e controverse.
In un periodo storico che va dal XIII e che termina poco dopo il secondo conflitto mondiale, in un'area geografica che comprendeva l'attuale Germania e si estendeva fino alla Lituania, passando per la Polonia nord-orientale, è comparso il termine “Junker”.
Con tal nome veniva identificata la classe dominante in Prussia. Erano ministeriales, funzionari con compiti d'intendenza che vivevano secondo lo stato di cavaliere. Una classe di chiara discendenza feudale riuscì (unico esempio nel suo genere in Europa) a prolungare il proprio predominio politico fino al XIX secolo. La scarsa resa delle terre costrinse costoro ad una "instancabile efficienza" e permise loro di vincere il duello con un'emergente borghesia, ancora fragile e ignara delle proprie potenzialità (depresse dagli scarsi risultati del mercato interno). Dal 1° novembre del 2014, il Presidente della Commissione Europea è un politico e avvocato lussemburghese di nome Jean-Claude Juncker.
L'Impero ottomano fu, insieme a quello austro-ungarico, prezioso alleato della Germania durante la 1a Guerra Mondiale. Tale unione, oltre che strategica, era dovuta anche e soprattutto dal fatto che i tedeschi avevano investito molti capitali e risorse nel suo sviluppo economico e nell'esercito. Nell’Ottobre del 1961 la Turchia firmò un accordo con la Repubblica Federale Tedesca per permettere ai suoi cittadini di trasferirvisi e incrementare la forza lavoro teutonica. Erano passate solo undici settimane dall'edificazione del Muro e dall'inizio dell'isolamento di Berlino Ovest dalla DDR. Col tempo, e soprattutto con la massiccia migrazione turca in Germania, i rapporti tra i due Stati si sono raffreddati ma, nonostante tutto (lo dice la Storia e l'opportunismo politico), Berlino ascolta e foraggia (con i nostri soldi) più volentieri il vecchio alleato che noi “insopportabili” italiani.
In un periodo storico che va dal XIII e che termina poco dopo il secondo conflitto mondiale, in un'area geografica che comprendeva l'attuale Germania e si estendeva fino alla Lituania, passando per la Polonia nord-orientale, è comparso il termine “Junker”.
Con tal nome veniva identificata la classe dominante in Prussia. Erano ministeriales, funzionari con compiti d'intendenza che vivevano secondo lo stato di cavaliere. Una classe di chiara discendenza feudale riuscì (unico esempio nel suo genere in Europa) a prolungare il proprio predominio politico fino al XIX secolo. La scarsa resa delle terre costrinse costoro ad una "instancabile efficienza" e permise loro di vincere il duello con un'emergente borghesia, ancora fragile e ignara delle proprie potenzialità (depresse dagli scarsi risultati del mercato interno). Dal 1° novembre del 2014, il Presidente della Commissione Europea è un politico e avvocato lussemburghese di nome Jean-Claude Juncker.
L'Impero ottomano fu, insieme a quello austro-ungarico, prezioso alleato della Germania durante la 1a Guerra Mondiale. Tale unione, oltre che strategica, era dovuta anche e soprattutto dal fatto che i tedeschi avevano investito molti capitali e risorse nel suo sviluppo economico e nell'esercito. Nell’Ottobre del 1961 la Turchia firmò un accordo con la Repubblica Federale Tedesca per permettere ai suoi cittadini di trasferirvisi e incrementare la forza lavoro teutonica. Erano passate solo undici settimane dall'edificazione del Muro e dall'inizio dell'isolamento di Berlino Ovest dalla DDR. Col tempo, e soprattutto con la massiccia migrazione turca in Germania, i rapporti tra i due Stati si sono raffreddati ma, nonostante tutto (lo dice la Storia e l'opportunismo politico), Berlino ascolta e foraggia (con i nostri soldi) più volentieri il vecchio alleato che noi “insopportabili” italiani.
Non toccate le vecchiette
“Per favore, non toccate le vecchiette” (The Producers in lingua originale) è un film del 1968 diretto da Mel Brooks (sì, proprio quello di Frankenstein Jr.), al suo esordio in qualità di regista.
Nella datata (ma ugualmente spassosa) pellicola si raccontano le vicende di tal Max Bialystock (Zero Mostel), ex-grande produttore teatrale di Broadway caduto in disgrazia che pur di racimolare qualche spicciolo è costretto a sedurre vecchiette benestanti allo scopo di convincerle a finanziare il suo spettacolo. Il produttore disonesto intende guadagnare sul fiasco incassando soldi per la produzione ma impiegandone solo una minima parte, lucrando sulla differenza. Lo stesso tipo di spettacolo, sembra stia per essere inscenato in Commissione Lavoro alla Camera dove è arrivato un disegno di legge delega che contiene un punto in cui si mette in discussione l'attuale forma pensionistica della reversibilità, il mezzo attraverso il quale un coniuge gode della pensione dell'altro dal momento in cui quest'ultimo muore e finché il primo rimane in vita. È stata introdotta in Italia e in altri Paesi europei verso gli ultimi decenni del XX secolo, nell'ambito del cosiddetto "diritto della vedova". Si tratta di un insieme di diritti e tutele rivolto in particolare alle donne che non avevano una pensione propria e che, alla morte del coniuge, restavano prive di un reddito minimo. Da quanto è trapelato, tale strumento verrà considerato in futuro come una prestazione assistenziale e non previdenziale. L'obiettivo unico di questo Governo è quello di battere cassa. Lo Stato si è trasformato (se non lo era già) nel peggior incubo che un uomo possa mai trovarsi a sognare la notte. Sappiamo tutti che l’Isee è un trucchetto per togliere soldi e diritti, visto che l’asticella viene sempre posta a un reddito da fame, oltre il quale salta qualunque beneficio. La proprietà di una casa ed altri sotterfugi negheranno a parecchi la pensione e bisognerà riconsiderare l'idea di lavorare fino alla morte. Sempre di rottamazione, si tratta...
Nella datata (ma ugualmente spassosa) pellicola si raccontano le vicende di tal Max Bialystock (Zero Mostel), ex-grande produttore teatrale di Broadway caduto in disgrazia che pur di racimolare qualche spicciolo è costretto a sedurre vecchiette benestanti allo scopo di convincerle a finanziare il suo spettacolo. Il produttore disonesto intende guadagnare sul fiasco incassando soldi per la produzione ma impiegandone solo una minima parte, lucrando sulla differenza. Lo stesso tipo di spettacolo, sembra stia per essere inscenato in Commissione Lavoro alla Camera dove è arrivato un disegno di legge delega che contiene un punto in cui si mette in discussione l'attuale forma pensionistica della reversibilità, il mezzo attraverso il quale un coniuge gode della pensione dell'altro dal momento in cui quest'ultimo muore e finché il primo rimane in vita. È stata introdotta in Italia e in altri Paesi europei verso gli ultimi decenni del XX secolo, nell'ambito del cosiddetto "diritto della vedova". Si tratta di un insieme di diritti e tutele rivolto in particolare alle donne che non avevano una pensione propria e che, alla morte del coniuge, restavano prive di un reddito minimo. Da quanto è trapelato, tale strumento verrà considerato in futuro come una prestazione assistenziale e non previdenziale. L'obiettivo unico di questo Governo è quello di battere cassa. Lo Stato si è trasformato (se non lo era già) nel peggior incubo che un uomo possa mai trovarsi a sognare la notte. Sappiamo tutti che l’Isee è un trucchetto per togliere soldi e diritti, visto che l’asticella viene sempre posta a un reddito da fame, oltre il quale salta qualunque beneficio. La proprietà di una casa ed altri sotterfugi negheranno a parecchi la pensione e bisognerà riconsiderare l'idea di lavorare fino alla morte. Sempre di rottamazione, si tratta...
Emergency
Il gruppo volontari Emergency di Pinerolo e gli Amici della Scuola Latina di Pomaretto ti invitano giovedì 18 febbraio alle 20.45 presso la Scuola Latina di Pomaretto, in via Balziglia 103, alla proiezione del documentario: “Articolo 32”
"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività"
Dall'assistenza ai migranti che sbarcano in Sicilia al poliambulatorio Emergency di Marghera, dove un paziente su cinque è italiano, "Articolo 32", del regista Antonio Di Peppo, con interventi di Erri De Luca, Ascanio Celestini e Cecilia Strada, racconta un'Italia dove anche un diritto umano fondamentale come quello a essere curati non trova attuazione.
Ingresso libero
info: [email protected]
[email protected]
Se ne avete la possibilità, inoltrate questa mail ai vostri contatti o stampate una locandina e appendetela sul posto di lavoro!
https://drive.google.com/file/d/0B1JuvT9LfwQoTlFjUm5jcmtWNU0
Seguite l'evento sulla nostra pagina facebook:
https://www.facebook.com/events/852641068182012/
"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività"
Dall'assistenza ai migranti che sbarcano in Sicilia al poliambulatorio Emergency di Marghera, dove un paziente su cinque è italiano, "Articolo 32", del regista Antonio Di Peppo, con interventi di Erri De Luca, Ascanio Celestini e Cecilia Strada, racconta un'Italia dove anche un diritto umano fondamentale come quello a essere curati non trova attuazione.
Ingresso libero
info: [email protected]
[email protected]
Se ne avete la possibilità, inoltrate questa mail ai vostri contatti o stampate una locandina e appendetela sul posto di lavoro!
https://drive.google.com/file/d/0B1JuvT9LfwQoTlFjUm5jcmtWNU0
Seguite l'evento sulla nostra pagina facebook:
https://www.facebook.com/events/852641068182012/
Via Poirino. Cartellonistica (resa) pericolosa
La decrescita... felice?
La recessione italiana, iniziata con l'ingresso nella moneta unica e culminata con la crisi del 2008, può essere finita (come decantato dalle sirene governative) o meno (lo sosteniamo noi gufi) ma tutti possiamo concordare che le condizioni di vita, economiche e sociali ne hanno seguito pedissequamente il passo. Troppi cittadini del Paese hanno conosciuto la povertà e l'arretratezza, la perdita del posto di lavoro, l'aumento del costo della vita e la diminuzione del potere d'acquisto. Il livello di cultura, salute e industrializzazione è sceso prendendo una china dalla quale non sembra poter risalire (almeno in tempi brevi). L'Italia, possiamo affermare con sicurezza, ha sperimentato il concetto modernissimo della decrescita. I dati parlano chiaro e sono inequivocabili. Ciò su cui si può e si deve discutere è se tale operazione sia stata legittima, concorde, consapevole e felice. Il problema è che se tale riduzione del livello di vita è cosciente voluto e preparato pesa molto meno. Se, viceversa, viene subito, non se ne ha perfetta percezione, non si sono adottate misure di compensazione preventive può (e certamente sarà) osteggiato e sofferto. Del resto, finché aderiamo ad una società di consumi (e non di soddisfacimento di bisogni) se non ti è più possibile accumulare beni e sostituirli in continuazione finisci per farti ricattare e derubare dei tuoi diritti fondamentali che vendi o svendi per un pugno di mosche. La decrescita modello Unione Europea è sinonimo di recessione e l'Italia sta alla Germania come il sud America sta al Nord. La felicità è altra cosa. Dobbiamo esserne certi.
Poteri forti
Mi è capitato spesso di scambiare opinioni con persone che, mi sono accorto in ritardo, non avevano ben chiaro quali sono le differenze tra ricchezza e potere. Ne approfitto per spiegarle in questo articolo utilizzabile anche come promemoria riservato. La ricchezza “è quella condizione di agio economico, tipicamente connessa alla larga disponibilità di beni materiali e denaro”. Il potere, dal canto suo, è “la capacità di ottenere obbedienza”. Viene da sé che spesso alla ricchezza consegue il potere ma tale formula non è precisamente matematica. Così come chi ha potere non necessariamente è sempre ricco. Analizziamo ora il termine “ricchezza”. La condizione essenziale per definirsi ricco è, dunque, il possesso di beni materiali o di denaro. La definizione (e non a caso) non tiene minimamente conto della capacità di possedere le persone e di far loro compiere le volontà del facoltoso in questione. Certo, le capacità di convincimento sono facilitate ma non sono conseguenti. Poniamo il caso di Donald Trump, considerato uno degli uomini più ricchi al mondo, candidato alla Presidenza degli Stati Uniti d'America. Se ricchezza e potere fossero sinonimi la gara all'interno del Partito Repubblicano e poi contro il rivale del Partito Democratico sarebbe una pura formalità ma così, fortunatamente, non è. Il potere si ottiene, quindi, con la capacità di gestire il denaro, con l'autorità e la competenza e con la seduzione. Per farsi obbedire da qualcuno occorrono fascino, carisma e non solo disponibilità economiche. Un esempio su tutti è stato Gandhi. Non è certamente con i soldi che ha saputo guidare la ribellione di un intero Paese, l'India, fino alla sua naturale indipendenza. L'amore stesso è una delle maggiori fonti di potere e fa compiere quotidianamente e in tutto il mondo gesti di obbedienza propri del potere. Gandhi sosteneva che «sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.» Quando si parla dei poteri forti, perciò, e concludo, ricordiamoci che la ricchezza conta ma solo perché noi pensiamo che abbia un grande valore, sminuendo la forza naturale posseduta dal fascino, dal carisma e soprattutto dall'amore. La paura condiziona le nostre azioni e conferisce potere a chi ci spaventa. Come spesso accade siamo noi stessi i nostri peggiori avversari e altri sanno approfittarsi di questa nostra debolezza.
Grazie ai numerosi partecipanti alla cena di Natale del 10 dicembre, anche quest’anno il Comitato Pinerolo Attiva potrà sostenere cause benefiche. Il ricavato è stato ripartito equamente tra la Lega del Filo d’Oro, Sightsavers e L’Alveare di Santa Rita.
Potremmo così dare un piccolo contributo ai sordo ciechi, alla lotta contro la cecità nei paesi meno sviluppati e a bambine e ragazze bisognose d’aiuto.
Durante l’anno abbiamo anche provveduto ad aiutare persone che avevano difficoltà per il pagamento di bollette per servizi essenziali, sempre attingendo a fondi di volontari.
Anche durante l’anno il Comitato – Mauro tel. 333 592 61 48 – raccoglie fondi da destinare a queste iniziative nonché abiti usati ma in buone condizioni e altro usato o derrate alimentari che poi devolviamo a famiglie bisognose.
Nel periodo natalizio sono graditi anche i giocattoli.
Potremmo così dare un piccolo contributo ai sordo ciechi, alla lotta contro la cecità nei paesi meno sviluppati e a bambine e ragazze bisognose d’aiuto.
Durante l’anno abbiamo anche provveduto ad aiutare persone che avevano difficoltà per il pagamento di bollette per servizi essenziali, sempre attingendo a fondi di volontari.
Anche durante l’anno il Comitato – Mauro tel. 333 592 61 48 – raccoglie fondi da destinare a queste iniziative nonché abiti usati ma in buone condizioni e altro usato o derrate alimentari che poi devolviamo a famiglie bisognose.
Nel periodo natalizio sono graditi anche i giocattoli.
Quando la toppa è peggiore del buco...
Notiamo con (dis)piacere che sono ripresi i lavori stradali in via Vigone. A pochi giorni dalla fine dell’asfaltatura si scava di nuovo. A cosa è servito sprecare soldi dei contribuenti per rifare il manto stradale di tutta la via se poi lo si deve rattoppare poco dopo?
Più P.I.L. per tutti
Le informazioni che ci sono giunte da Parigi, dalla Francia e dall'Europa a partire da quello sconsiderato e folle venerdì 13 novembre mostrano un Continente impaurito che vede fantasmi un po' dovunque e che risponde “di pancia” all'esca gettata dai pescatori Daesh. Un po tutti i governanti replicano a questi accadimenti con i preparativi per una nuova (l'ennesima) Guerra di Terra, di Cielo e di Mare. Non è inevitabile, ovvio. Basterebbe modificare i propri parametri di pensiero e analizzare meglio la situazione. Quando dei Paesi vanno in Guerra, tuttavia, è sbagliato pensare che lo facciano per follia. Non c'è niente di insensato in una dichiarazione di Guerra. Essa ha una sua natura più che logica... la logica del profitto. Bob Kennedy fu, senz'ombra di dubbio, una delle più autorevoli figure politiche che provò a denunciarne la perfetta visione matematica. Se il livello di benessere di una nazione è determinato da un coefficiente numerico che analizza il Prodotto Interno Lordo (così come ancora oggi è calcolato) la Guerra ha senso ed anzi essa è sempre più spesso una impellente necessità. Il P.I.L. Altro non è che lo specchio delle nostre scelte, della nostra ipocrisia, delle nostre perversioni. Se pensiamo che gli attentati di Parigi siano stati uno schiaffo all'economia ci sbagliamo di grosso perché ogni pallottola sparata, ogni arma utilizzata, ogni bomba esplosa è un valore numerico inserito nel calcolo del P.I.L. Anche le ambulanze che sono state chiamate quella notte, il lavoro dei medici, le medicine utilizzate e l'energia consumata per le cure dei feriti o il recupero dei cadaveri ne fanno parte. La psicosi da attentati, poi, permette a chi costruisce porte rinforzate, celle, casseforti, lucchetti e serrature di aumentare il proprio giro di affari. Naturalmente, l'economia non si ferma qui. Lo Stato francese ha reagito immediatamente alle stragi con bombardamenti in Siria e ogni arma usata, consumata e distrutta è entrata di diritto nel calcolo perverso del Prodotto Nazionale. Anche l'acquisto di nuovi aerei, navi da guerra o altra diavoleria segnerà con un più od un meno la situazione commerciale del Paese Transalpino. I giornali venderanno più copie e le tv trasmetteranno sempre più informazioni belliche perché la Paura è il miglior venditore al mondo. Il P.I.L. crescerà per la Guerra con buona pace di tutti. Potrebbe sembrare un gioco di parole ma ucciderà tanta (povera) gente. E' matematico... come il P.I.L.
Le rogne dei Regni...
Su quanto è successo a Parigi la settimana scorsa occorre solo riempire di cordoglio il cuore e le parole. Non si può esprimersi con sentimenti diversi. La vita va difesa in ogni sua forma. Chi lotta e combatte per la Morte è, credente o meno, Cristiano o Mussulmano, europeo o mediorientale, un FOLLE, un pazzo, persona pericolosamente non dotata dei requisiti di intelligenza minimi per non danneggiare se stesso e l'intera società umana. Davanti alla morte e, peggio, a quella INUTILE non ci sono opinioni, coscienze, consapevolezze, intenzioni e cognizioni che deraglino da questi imprescindibili binari. Chiarito ciò, preme sottolineare un equivoco di fondo troppo furbo per essere preso sul serio ma che, invece, noi italiani abbiamo la tentazione di far nostro. Gli attentati terroristici etichettati da tutti i Media internazionali come di matrice islamica o, meglio, Daesh (o Daiish) non sono strumenti religiosi. Anzi, è verissimo che la religione viene spesso piegata da questi personaggi allo scopo di giustificare in modo imprescindibile TUTTE le loro azioni. Non è la Fede che deve essere messa in discussione quando si analizza quanto succede in giro per il mondo. E' la mancanza assoluta di politica e di democrazia il vero imputato di questo processo. Non è Dio a mettere una bomba in un locale come ad imbracciare un mitra. Sono uomini che approfittano nei loro Paesi di una TOTALE mancanza di una struttura politica e democratica in grado di controllare il suo territorio. Il terrorismo è criminalità organizzata pura e semplice. Ci sogneremmo mai di affermare che la Mafia combatte la legalità in nome di Dio in quanto i Boss si professano devoti? No e allora perché ci riesce così difficile fare altrettanto con Daesh? Ad essere messi in discussione non debbono essere i culti, i riti, le liturgie o le provenienze geografiche ma il vuoto legislativo, formativo, educativo e sociale che, in assenza di uno Stato democratico, regni dittatoriali e dispotici che esistono da secoli permettono e lasciano agire in modo del tutto indisturbato. Non c'è al momento nessuna guerra ma se ci fosse non sarebbe di civiltà ma di politica. Dove manca, infatti, i criminali demoliscono i diritti fondamentali e imprescindibili dei loro stessi conterranei. Senza pietà e senza alcun senso...
GRUPPO CONSILIARE PINEROLO ATTIVA
Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio
Ai Capigruppo
MOZIONE INTRODUZIONE DEL " BARATTO AMMINISTRATIVO "
CONSTATATO
Che la Costituzione negli artt. 118, 114 comma 2 e 117 comma 6 promuove forme di collaborazione tra la Pubblica Amministrazione e i Cittadini per il mantenimento dei beni comuni.
Che nel novembre 2014 è stata promulgata la legge 164/2014 il cui articolo 24 prevede che i comuni possono deliberare riduzioni o esenzioni di tributi per un periodo limitato e definito di tempo per realizzare progetti presentati da cittadini singoli o associati e che riguardino la manutenzione, la pulizia, l'abbellimento di aree verdi, piazze o strade nonché interventi di recupero, con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati, e in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio comunale.
Che il baratto amministrativo consiste nello scambiare manodopera con tasse da pagare, quindi nel barattare i debiti fiscali mettendosi a disposizione del proprio comune eseguendo lavori socialmente utili e che riguardino il decoro urbano.
Che in Italia la pressione fiscale ha raggiunto livelli tali per cui molti contribuenti si trovano in seria difficoltà ad adempiere al pagamento dei tributi loro richiesti.
VERIFICATO
Che la legge n. 164 dell’ 11 novembre 2014, che ha convertito il cosiddetto "Decreto sblocca Italia" (decreto legge n. 133 del 12 settembre 2014), nel suo art. 24, relativo alle " Misure di agevolazione della partecipazione delle comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio " prevede quanto segue:
I comuni possono definire con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di interventi su progetti presentati da cittadini singoli o associati, purché individuati in relazione al territorio da riqualificare. Gli interventi possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l’abbellimento di aree verdi, piazze, strade ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso, con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati, e in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio urbano o extraurbano. In relazione alla tipologia dei predetti interventi, i comuni possono deliberare riduzioni o esenzioni di tributi inerenti al tipo di attività posta in essere. L’esenzione è concessa per un periodo limitato e definito, per specifici tributi e per attività individuate dai comuni, in ragione dell’esercizio sussidiario dell’attività posta in essere. Tali riduzioni sono concesse prioritariamente a comunità di cittadini costituite in forme associative stabili e giuridicamente riconosciute.
CONSIDERATO
Che in più occasioni l’Amministrazione Comunale si è trovata e si trova in difficoltà nell’esecuzione di lavori relativi all'ordinaria manutenzione e alla cura della città.
Che è compito dell’Amministrazione Comunale sensibilizzare i cittadini alla cura e al rispetto del territorio in cui vivono.
Che è compito dell’Amministrazione Comunale far sì che tutti i cittadini assolvano ai propri doveri di contribuenti attraverso il pagamento delle imposte e tasse dovute.
Che vista l’attuale crisi anche chi non vorrebbe essere un evasore può diventarlo suo malgrado.
Che è importante che l’Amministrazione Comunale utilizzi tutti gli strumenti messi a disposizione dal legislatore per permettere che ogni cittadino corrisponda quanto dovuto.
Che il baratto amministrativo è un sistema attraverso il quale il Comune può recuperare quelle somme altrimenti difficili da incassare mentre per il contribuente in difficoltà è forse l'unico modo per sanare il suo debito.
IMPEGNA L'AMMINISTRAZIONE
Ad attuare quanto previsto dall'articolo 24 della legge n. 164/2014.
A redigere un regolamento comunale che introduca il “Baratto Amministrativo” definendo i criteri e le modalità di applicazione, individuando le attività e il sistema di calcolo del valore economico delle ore di lavoro svolte che potrà essere correlato al costo del dipendente pubblico impegnato nella medesima mansione.
A prevedere , in relazione al tipo di interventi, delle riduzioni od esenzioni da tributi inerenti al tipo di attività svolta recependole nei regolamenti applicativi dei tributi, al fine di permettere ai cittadini residenti che si trovino in condizioni di difficoltà economica e/o lavorativa di usufruire di tale opportunità.
Pinerolo, il 03/08/2015
La consigliera Piera Bessone
Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio
Ai Capigruppo
MOZIONE INTRODUZIONE DEL " BARATTO AMMINISTRATIVO "
CONSTATATO
Che la Costituzione negli artt. 118, 114 comma 2 e 117 comma 6 promuove forme di collaborazione tra la Pubblica Amministrazione e i Cittadini per il mantenimento dei beni comuni.
Che nel novembre 2014 è stata promulgata la legge 164/2014 il cui articolo 24 prevede che i comuni possono deliberare riduzioni o esenzioni di tributi per un periodo limitato e definito di tempo per realizzare progetti presentati da cittadini singoli o associati e che riguardino la manutenzione, la pulizia, l'abbellimento di aree verdi, piazze o strade nonché interventi di recupero, con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati, e in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio comunale.
Che il baratto amministrativo consiste nello scambiare manodopera con tasse da pagare, quindi nel barattare i debiti fiscali mettendosi a disposizione del proprio comune eseguendo lavori socialmente utili e che riguardino il decoro urbano.
Che in Italia la pressione fiscale ha raggiunto livelli tali per cui molti contribuenti si trovano in seria difficoltà ad adempiere al pagamento dei tributi loro richiesti.
VERIFICATO
Che la legge n. 164 dell’ 11 novembre 2014, che ha convertito il cosiddetto "Decreto sblocca Italia" (decreto legge n. 133 del 12 settembre 2014), nel suo art. 24, relativo alle " Misure di agevolazione della partecipazione delle comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio " prevede quanto segue:
I comuni possono definire con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di interventi su progetti presentati da cittadini singoli o associati, purché individuati in relazione al territorio da riqualificare. Gli interventi possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l’abbellimento di aree verdi, piazze, strade ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso, con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati, e in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio urbano o extraurbano. In relazione alla tipologia dei predetti interventi, i comuni possono deliberare riduzioni o esenzioni di tributi inerenti al tipo di attività posta in essere. L’esenzione è concessa per un periodo limitato e definito, per specifici tributi e per attività individuate dai comuni, in ragione dell’esercizio sussidiario dell’attività posta in essere. Tali riduzioni sono concesse prioritariamente a comunità di cittadini costituite in forme associative stabili e giuridicamente riconosciute.
CONSIDERATO
Che in più occasioni l’Amministrazione Comunale si è trovata e si trova in difficoltà nell’esecuzione di lavori relativi all'ordinaria manutenzione e alla cura della città.
Che è compito dell’Amministrazione Comunale sensibilizzare i cittadini alla cura e al rispetto del territorio in cui vivono.
Che è compito dell’Amministrazione Comunale far sì che tutti i cittadini assolvano ai propri doveri di contribuenti attraverso il pagamento delle imposte e tasse dovute.
Che vista l’attuale crisi anche chi non vorrebbe essere un evasore può diventarlo suo malgrado.
Che è importante che l’Amministrazione Comunale utilizzi tutti gli strumenti messi a disposizione dal legislatore per permettere che ogni cittadino corrisponda quanto dovuto.
Che il baratto amministrativo è un sistema attraverso il quale il Comune può recuperare quelle somme altrimenti difficili da incassare mentre per il contribuente in difficoltà è forse l'unico modo per sanare il suo debito.
IMPEGNA L'AMMINISTRAZIONE
Ad attuare quanto previsto dall'articolo 24 della legge n. 164/2014.
A redigere un regolamento comunale che introduca il “Baratto Amministrativo” definendo i criteri e le modalità di applicazione, individuando le attività e il sistema di calcolo del valore economico delle ore di lavoro svolte che potrà essere correlato al costo del dipendente pubblico impegnato nella medesima mansione.
A prevedere , in relazione al tipo di interventi, delle riduzioni od esenzioni da tributi inerenti al tipo di attività svolta recependole nei regolamenti applicativi dei tributi, al fine di permettere ai cittadini residenti che si trovino in condizioni di difficoltà economica e/o lavorativa di usufruire di tale opportunità.
Pinerolo, il 03/08/2015
La consigliera Piera Bessone
STRAGE NEL CANALE DI SICILIA: SERVONO CANALI DI ACCESSO ALL'EUROPA LEGALI E SICURI
Presidio in Piazza Facta a Pinerolo, venerdì 24 dalle 20 alle 21.
Nella notte tra sabato e domenica, tra 700 e 1 000 persone sono morte nel canale di Sicilia mentre fuggivano dalla guerra, dalle persecuzioni, dalla povertà. È la più grande strage avvenuta nel Mediterraneo, ma probabilmente non sarà l'ultima. Non possiamo continuare ad assistere alla morte di centinaia di persone innocenti senza fare nulla. Da ormai decine di anni l'Africa è un immenso carcere a cielo aperto, in cui divampano guerre infinite e dal quale si evade solo attraverso viaggi lunghi, pericolosi e troppo spesso mortali. E' semplicemente criminale pensare di risolvere il problema chiudendo le vie di fuga. Le cause dei problemi africani e l'enorme responsabilità del nord del mondo ed in particolare dell'Europa sono evidenti a tutti.
Servono canali di accesso all'Europa legali e sicuri. Servono politiche per garantire la protezione e la tutela dei diritti umani di rifugiati, migranti e richiedenti asilo, che attraversano il Mediterraneo per sopravvivere. Adesso, prima della prossima strage.
Per dire questo ci ritroviamo tutti in Piazza Facta alle 20, un'ora prima della partenza della fiaccolata, per testimoniare con la nostra presenza che queste morti non cadono nell'indifferenza.
Un paese nato sui valori di libertà e diritti della Resistenza ha il dovere di restituire dignità ai vivi ed anche ai morti di questa immensa tragedia. Per questo al presidio non ci saranno bandiere ne' discorsi, chiediamo invece a chi lo vuole di portare un pezzo di testimonianza, qualche riga che dia voce ai protagonisti.
Gruppo Emergency di Pinerolo
Nella notte tra sabato e domenica, tra 700 e 1 000 persone sono morte nel canale di Sicilia mentre fuggivano dalla guerra, dalle persecuzioni, dalla povertà. È la più grande strage avvenuta nel Mediterraneo, ma probabilmente non sarà l'ultima. Non possiamo continuare ad assistere alla morte di centinaia di persone innocenti senza fare nulla. Da ormai decine di anni l'Africa è un immenso carcere a cielo aperto, in cui divampano guerre infinite e dal quale si evade solo attraverso viaggi lunghi, pericolosi e troppo spesso mortali. E' semplicemente criminale pensare di risolvere il problema chiudendo le vie di fuga. Le cause dei problemi africani e l'enorme responsabilità del nord del mondo ed in particolare dell'Europa sono evidenti a tutti.
Servono canali di accesso all'Europa legali e sicuri. Servono politiche per garantire la protezione e la tutela dei diritti umani di rifugiati, migranti e richiedenti asilo, che attraversano il Mediterraneo per sopravvivere. Adesso, prima della prossima strage.
Per dire questo ci ritroviamo tutti in Piazza Facta alle 20, un'ora prima della partenza della fiaccolata, per testimoniare con la nostra presenza che queste morti non cadono nell'indifferenza.
Un paese nato sui valori di libertà e diritti della Resistenza ha il dovere di restituire dignità ai vivi ed anche ai morti di questa immensa tragedia. Per questo al presidio non ci saranno bandiere ne' discorsi, chiediamo invece a chi lo vuole di portare un pezzo di testimonianza, qualche riga che dia voce ai protagonisti.
Gruppo Emergency di Pinerolo
L'obsolescenza
politica programmata
L'obsolescenza programmata, per chi ancora non conoscesse il suo significato, è quella strategia economica studiata e praticata dalle aziende (in tacito regime di oligopolio) per ridurre il tempo che intercorre tra acquisti ripetuti. In buona sostanza, il produttore cerca di far durare il suo prodotto per un periodo di tempo ben definito (ingannando il consumatore al quale conta di tornare a vendere nuovamente l'oggetto acquistato) sapendo comunque di poterlo costruire meglio, con una resistenza e conservazione decisamente migliore. Facciamo l'esempio di un elettrodomestico, di una lavatrice. L'azienda produttrice programma (volutamente) la rottura di un componente dopo un tot numero di lavaggi allo scopo di costringere l'acquirente a preventivare un nuovo acquisto per ovviare al problema. In modo tale il ciclo si ripete e il produttore anziché vendere a chi non ha la lavatrice (ma il problema è che il più delle volte non ha nemmeno i soldi per poterla comperare) continua a proporla a chi ne ha già una. In politica, crediamo sia la prima volta che si fa questo accostamento, sembra esistere l'obsolescenza politica programmata. Alcune Leggi, alcuni Partiti, alcuni esponenti, vengono proposti e riproposti ad oltranza nonostante siano la fotocopia esatta di ciò che si prefigurano di sostituire e migliorare. Perché, in realtà, l'obiettivo è palesemente quello di perpetuare un ciclo di vendita programmato da una élite oligopolistica. Nonostante esistano modi per rompere questo criminale circuito chiuso (il voto è pur sempre libero o no?) i cittadini vengono costantemente allettati da nuove forme, colori, suoni e profumi di quello che però è il “vecchio”, la ripetizione infinita, la sequenza continua di un errore. Per questo motivo, siamo portati a pensare che le cose, in Italia, cambieranno solo se la mentalità della massa cambierà. Non basta urlare la propria indignazione per essere indignati. Non basta piangere per essere addolorati. Non basta criticare per essere polemici. Occorrono azioni, fatti concreti e la consapevolezza che se vogliamo cambiare le cose attorno a noi dobbiamo essere i primi a trasformarci e a modificare il nostro modello di vita. Se non lo facciamo, lo faranno altri e i mezzi che useranno per tenerci buoni, legati al guinzaglio, li conosciamo bene. Tutti.
L'obsolescenza programmata, per chi ancora non conoscesse il suo significato, è quella strategia economica studiata e praticata dalle aziende (in tacito regime di oligopolio) per ridurre il tempo che intercorre tra acquisti ripetuti. In buona sostanza, il produttore cerca di far durare il suo prodotto per un periodo di tempo ben definito (ingannando il consumatore al quale conta di tornare a vendere nuovamente l'oggetto acquistato) sapendo comunque di poterlo costruire meglio, con una resistenza e conservazione decisamente migliore. Facciamo l'esempio di un elettrodomestico, di una lavatrice. L'azienda produttrice programma (volutamente) la rottura di un componente dopo un tot numero di lavaggi allo scopo di costringere l'acquirente a preventivare un nuovo acquisto per ovviare al problema. In modo tale il ciclo si ripete e il produttore anziché vendere a chi non ha la lavatrice (ma il problema è che il più delle volte non ha nemmeno i soldi per poterla comperare) continua a proporla a chi ne ha già una. In politica, crediamo sia la prima volta che si fa questo accostamento, sembra esistere l'obsolescenza politica programmata. Alcune Leggi, alcuni Partiti, alcuni esponenti, vengono proposti e riproposti ad oltranza nonostante siano la fotocopia esatta di ciò che si prefigurano di sostituire e migliorare. Perché, in realtà, l'obiettivo è palesemente quello di perpetuare un ciclo di vendita programmato da una élite oligopolistica. Nonostante esistano modi per rompere questo criminale circuito chiuso (il voto è pur sempre libero o no?) i cittadini vengono costantemente allettati da nuove forme, colori, suoni e profumi di quello che però è il “vecchio”, la ripetizione infinita, la sequenza continua di un errore. Per questo motivo, siamo portati a pensare che le cose, in Italia, cambieranno solo se la mentalità della massa cambierà. Non basta urlare la propria indignazione per essere indignati. Non basta piangere per essere addolorati. Non basta criticare per essere polemici. Occorrono azioni, fatti concreti e la consapevolezza che se vogliamo cambiare le cose attorno a noi dobbiamo essere i primi a trasformarci e a modificare il nostro modello di vita. Se non lo facciamo, lo faranno altri e i mezzi che useranno per tenerci buoni, legati al guinzaglio, li conosciamo bene. Tutti.
Brochure Presentazione letteraria di Norma Bertalmio.jpg | |
File Size: | 244 kb |
File Type: | jpg |